Mantenere la concentrazione è un compito difficile, ma per alcuni bambini lo è ancora di più! Scopriamo insieme il perché.
L’attenzione è una funzione cognitiva che ha il compito di selezionare le informazioni per noi rilevanti e di inibire, cioè scartare e non farci rendere conto di ciò che non è rilevante. La ragione è semplice: le nostre risorse cognitive sono limitate e quindi, il nostro cervello, non potendo elaborare tutto contemporaneamente, deve operare delle scelte.
Il motivo per cui ci sono dei bambini che riescono a gestire in modo efficace il loro sistema attentivo e bambini in cui tale gestione è fragile o carente risiede nelle differenze del funzionamento di alcuni processi che costituiscono l’attenzione: l’allerta, l’orientamento e il controllo esecutivo.
L’allerta produce e mantiene la nostra vigilanza. La vigilanza è quasi nulla quando stiamo dormendo o siamo assopiti, mentre è elevata quando stiamo facendo qualcosa di impegnativo (come ad esempio comprendere il brano che stiamo leggendo) o di molto motivante (come giocare con un videogame). Ogni bambino, prima di svolgere un compito, deve essere allertato e deve saper mantenere uno stato ottimale di vigilanza.
L’orientamento dell’attenzione dipende dalla tipologia dello stimolo. Possiamo orientarci verso gli stimoli sostanzialmente tramite due processi:
meccanismi automatici, in cui la nostra attenzione viene attirata senza che noi possiamo impedirlo, come ad esempio accade con suoni improvvisi, un contatto fisico non previsto, un movimento improvviso nella periferia del campo visivo, ecc… Questi stimoli ci distraggono che lo vogliamo o no.
meccanismi volontari, in cui sono altri processi cognitivi (come motivazione, aspettative, obiettivi), che guidano quindi la nostra attenzione e ci consentono di rispondere volontariamente ad uno scopo prefissato. Comprendono, ad esempio, la ricerca della risposta a una domanda in un testo. Questi possono invece essere molto più facilmente interrotti, ad esempio dai meccanismi automatici ma non solo.
Infine, il sistema esecutivo (chiamato anche sistema attentivo esecutivo o, più in generale le nostre funzioni esecutive) ha il compito di monitorare e controllare che tutti i processi procedano nel modo corretto, e, in caso di problemi, deve intervenire per risolverli. Questo sistema assolve ad un compito molto importante e da lui dipende la funzionalità dell’attenzione.
Tutti questi meccanismi variano molto da bambino a bambino e variano anche all’interno del bambino stesso.
L’efficienza attentiva non è infatti sempre la stessa all’interno dell’individuo e sappiamo bene che in certi momenti della giornata o dopo aver già sfruttato l’attenzione per un certo tempo si è più stanchi e più distraibili, che emozioni di ansia, stress, tristezza influiscono negativamente sull’attenzione, così come l’ambiente che ci circonda ha un forte impatto sulle nostre capacità di restare concentrati.
Le differenze individuali nell’efficienza attentiva dipendono invece da una caratteristica che è predeterminata, come il colore degli occhi o dei capelli, dal diverso grado di sviluppo dei circuiti neuronali delle abilità attentivo-esecutive che, a parità di età cronologica, può cambiare, come varia l’età in cui i bambini iniziano a parlare o a camminare e/o dal diverso grado di allenamento dei processi attentivi, come cambia la resistenza nella corsa in chi è allenato a correre per 10 km e in chi passa le giornate in modo sedentario.
Noi di Centro Insieme lavoriamo con bambini e ragazzi proprio per aumentare le abilità attentive e sviluppare al meglio le potenzialità che ogni bambino ha, attraverso percorsi individuali e personalizzati di training cognitivo che possono essere rivolti sia a chi ha forti difficoltà ma anche a chi ha qualche fragilità e debolezza (leggi di più cliccando qui).
Indipendentemente dalla causa delle difficoltà attentive la buona notizia infatti è che sia la conoscenza di strategie per sfruttare al massimo la nostra attenzione, che l’allenamento e il potenziamento delle abilità possono portare chiunque ad espandere, anche di molto, le proprie abilità attentive. Il nostro cervello è uno strumento straordinario e la plasticità e la sua capacità di modificarsi sono altissime. Non ci sono limiti alle possibilità di miglioramento.
Per approfondire:
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