![Bambini che leggono all'aperto](https://static.wixstatic.com/media/11062b_c0e3316974a247e5a875435927d2d2ee~mv2_d_6720_4480_s_4_2.jpg/v1/crop/x_0,y_1145,w_6720,h_2190/fill/w_979,h_319,al_c,q_80,usm_0.66_1.00_0.01,enc_auto/Bambini%20che%20leggono%20all'aperto.jpg)
Dislessia
Cos'è la dislessia evolutiva? Come si riconosce?
Come si interviene in caso di difficoltà o disturbo di lettura?
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La dislessia, ovvero il disturbo specifico della lettura, si manifesta con una difficoltà del bambino nella decodifica (lettura) del testo.
In caso di difficoltà di lettura o dislessia possiamo notare una minore correttezza e rapidità nella lettura rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata e istruzione ricevuta.
In particolare, il bambino con dislessia potrebbe commettere errori come lo scambio di vocali e le consonanti (es. scotola vs. scatola), saltare e omettere le lettere (es. calmaio vs. calamaio), ridurre o aggiungere lettere alle parole e saltare le righe mentre legge. Queste difficoltà si evidenziano soprattutto a livello di lettura di parole, ma possono essere presenti anche nella lettura di numeri.
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A seconda dell’importanza del disturbo, le difficoltà possono essere più o meno marcate. Infatti, le problematiche dovute alla non automatizzazione del processo di lettura, possono presentarsi come una difficoltà, quando la rapidità e la correttezza di lettura sono di lieve entità e possono essere recuperate con un lavoro mirato, o come un disturbo, cioè quando la difficoltà è media o grave e, anche se può essere ridotta, tende a permanere nel tempo.
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E’ subito importante chiarire che la dislessia, così come tutti gli altri disturbi specifici di apprendimento, non deriva da deficit di tipo cognitivo, l’intelligenza infatti è nella norma e può essere anche molto buona. La dislessia è piuttosto una condizione neurobiologica, una caratteristica individuale.
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L’età minima in cui è possibile fare diagnosi di dislessia corrisponde alla fine della seconda classe della scuola primaria e la diagnosi avviene tramite la somministrazione di test standardizzati che viene svolta da professionisti del settore (psicologi o neuropsichiatri infantili).
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In caso di difficoltà o disturbo è sempre buona norma svolgere una valutazione cognitiva, anche di tipo funzionale, cioè che definisce quali sono le caratteristiche cognitive che denotano la singolarità della persona. Ciò è particolarmente utile per i genitori e per gli insegnanti, che possono avere un quadro completo dei punti di forza e di debolezza del bambino, e per il terapeuta in quanto consente di progettare al meglio il potenziamento dell'abilità e di valutare come intervenire sul metodo di studio.
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