Attenzione
Cosa sono le difficoltà e i disturbi di attenzione, concentrazione e memoria? Come si riconoscono?
Come cos'è l'ADHD? Come si interviene in caso di problematiche?
Tuo/a figlio/a:
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fatica a rimanere concentrato/a su ciò che sta facendo?
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è facilmente distraibile e la sua attenzione viene catturata facilmente da ciò che succede nell’ambiente circostante o viene interrotta spesso dai suoi pensieri?
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fatica a portare a termine un compiti che richiedono un certo tempo?
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tende a evitare compiti lunghi e impegnativi?
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viene catturato rapidamente dai videogiochi, giocherebbe per molto tempo e si fa fatica poi a staccarlo?
Se hai risposto con molti si allora ti consigliamo di continuare a leggere questa pagina.
Molti bambini presentano delle difficoltà che sono riconducibili a problematiche relative all’orientamento, al mantenimento della focalizzazione e al disancoraggio dell’attenzione.
Non per questo però questo significa che hanno “problemi” di attenzione.
Le problematiche relative all’attenzione possono essere lievi, in tal caso è giusto usare il termine “difficoltà”, o moderate e in tal caso si può parlare di “disturbo” ( Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività o ADHD sottotipo disattento)
Nello specifico, i sintomi che caratterizzano queste difficoltà possono essere i seguenti:
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Spesso non riesce a prestare molta attenzione ai dettagli o commette errori di disattenzione in ambito scolastico, al lavoro o in altre attività;
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A volte ha difficoltà a mantenere l'attenzione nei compiti o nelle attività di gioco;
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Non sembra ascoltare se gli si parla direttamente;
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Spesso non segue le istruzioni e non riesce a terminare la propria mansione ;
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Ha difficoltà a organizzare compiti e attività;
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Evita attività che richiedono uno sforzo mentale prolungato (come compiti scolastici o compiti a casa);
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Spesso perde le cose necessarie per svolgere le attività (ad es. Giocattoli, compiti scolastici, matite, libri o strumenti);
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Si distrae facilmente con stimoli estranei;
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È spesso smemorato nelle attività quotidiane - anche quelle che esegue regolarmente.
La caratteristica principale per capire se siamo di fronte a dei “problemi” di attenzione è verificare se le caratteristiche attentive interferiscono o meno con il rendimento scolastico (se parliamo di studenti), familiare o sportivo, o con il rendimento lavorativo (se ci riferiamo all’adulto) e se le criticità si presentano in vari contesti di vita.
Le problematiche attentive in età evolutiva possono o meno essere accompagnate da altre difficoltà o disturbi come ad esempio:
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i Disturbi di Apprendimento (dislessia, disortografia e discalculia)
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i Disturbi del Linguaggio
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l’ADHD, cioè il disturbo dell’attenzione combinato con iperattività e/o impulsività
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altri disturbi del neurosviluppo
Facciamo degli esempi prendendo come metro lo studente con difficoltà attentive senza altre disturbi.
Potremo notare che in classe le maestre lo descrivono come poco attento, facilmente distraibile, che abbisogna di continue ripetizioni e bisogna richiamarlo spesso, che è lento e le prestazioni variano molto a seconda dell’interesse che ha per alcune materie o argomenti.
A casa, ma anche a scuola, nei compiti si noteranno degli errori “banali” come lo scambio del segno nelle operazioni in colonna o la dimenticanza del riporto e nell’uso della virgola per i numeri decimali. Nella scrittura potrebbero emergere errori come la ripetizione o l’aggiunta di sillabe all’interno della parola o l’omissione della scrittura di intere parole durante il dettato.
A volte le difficoltà attentive si accompagnano a lentezza generalizzata (che si nota facilmente a casa quando è ora di svolgere i compiti) e ad una maggiore frequenza di “dimenticanze”, come ad esempio lasciare a casa o a scuola il materiale scolastico.
La valutazione delle abilità attentive
Le problematiche relative alla gestione delle risorse attentive possono essere valutate con dei test e delle prove specifiche. Non è semplice, nella pratica clinica comune, riuscire ad approfondire questo tipo di valutazione che a volte viene valutata superficialmente con strumenti grossolani e insufficienti ad approfondire le complessità di quello che è il funzionamento del “sistema esecutivo”, cioè quell’insieme di abilità, le funzioni esecutive, che svolgono il ruolo di gestire e allocare le risorse attentive, mnestiche e di controllo e coordinazione delle altre abilità cognitive.
Per noi di Centro Insieme, questo ambito rappresenta un punto forza perchè siamo degli specialisti del settore. La formazione in neuroscienze cognitive e la grande esperienza maturata nel campo lavorando quotidianamente a fianco di studenti con problematiche di tipo attentivo, ci ha permesso di diventare degli esperti in questo difficile ma affascinante campo.
E’ anche per queste ragioni che abbiamo scelto di intraprendere il percorso per diventare ufficialmente dei trainer del “Metodo Benso”, una metodologia di intervento clinico di potenziamento delle abilità cognitive di tipo integrato che si basa proprio sull’allenamento del sistema attentivo-esecutivo.
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